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Un farmaco per il trattamento dell’epilessia preserva la funzione del cervello dopo l’ictus

Una nuova ricerca suggerisce che un farmaco già approvato per il trattamento dell’epilessia, riduce drasticamente l’impatto devastante dell‘ictus sul cervello.

Nello studio, una dose del farmaco anti epilessia Retigabina ha conservato il tessuto cerebrale in un modello murino di ictus e impedito la perdita di equilibrio e coordinazione motoria.

I ricercatori della School of Medicine della University of Texas Health Science Center a Sant’Antonio, hanno condotto lo studio che è stato pubblicato sulla rivista The Journal of Neuroscience.

” L’ analisi istologica del tessuto cerebrale di topi trattati con la Ritigabina dopo l’ictus, ha dimostrato una riduzione significativa dei danni al tessuto cerebrale, rispetto ai topi non trattati. Gli effetti protettivi del farmaco sono stati osservati nei topi trattati, fino a cinque giorni dopo che si è verificato l’ictus”, ha spiegato Sonia Bierbower, autore principale dell’articolo.

Gli studi futuri valuteranno quanto tempo la funzione del cervello può essere protetta dopo l’ictus e se le convulsioni lesioni-correlate, possono essere prevenute. ” Stiamo anche verificando se con questo trattamento possiamo prevenire l’ictus in modelli animali ad alto rischio”, ha aggiunto la ricercatrice.

Il team di ricerca ha studiato l’ictus ischemico in cui l’ossigeno e sostanze nutritive, vengono improvvisamente bloccati a causa di un coagulo di sangue in un vaso sanguigno. ” Avevamo pensato che  bloccare l’attività elettrica dei neuroni, avrebbe consentito di conservare le loro risorse fino al momento del ripristino del normale afflusso di sangue. E così è stato”, ha spiegatop il Prof. Marh Shapiro, principale autore dello studio.

A causa dell’ictus, le cellule cerebrali, affamate di ossigeno e nutrienti sono destinate a morire ed il processo è irreversibile. Inoltre, quando le cellule muoiono, rilasciano prodott iche scatenano molti tipi di risposte, tra cui una risposta infiammatoria che porta alla morte delle cellule nelle zone intorno al coagulo di sangue.

Un farmaco chiamato attivatore tissutale del plasminogeno (tPA), tratta l’ictus sciogliendo i coaguli di sangue per ripristinare il flusso sanguigno, ma questo trattamento presenta molti limiti. tPA, che favorisce il flusso sanguigno, non è un’opzione per pazienti con pressione alta o con vasi sanguigni deboli. E’ più efficace nelle prime ore dopo un ictus, ma il suo uso successivo può fare più danno che bene.

Retigabina lavora invece, su un sistema completamente diverso. ” Non ha nulla a che fare con la fluidificazione del sangue, il farmaco Ritigabina conserva le cellule cerbrali mettendo un freno alla loro attività elettrica e bloccando così, gli effetti secondari maggiormente dannosi di un ictus”, ha spiegato Shapiro.

Anche se Retigabina farmaco  è stato  approvato dalla FDA con il marchio americano Ezogabine come anticonvulsivante per il trattamento dell’epilessia, il suo uso per il trattamento dell’ictus richiede comunque una sperimentazione clinica.

Fonte: S. M. Bierbower, F. S. Choveau, J. D. Lechleiter, M. S. Shapiro. Augmentation of M-Type (KCNQ) Potassium Channels as a Novel Strategy to Reduce Stroke-Induced Brain Injury. Journal of Neuroscience, 2015; 35 (5): 2101 DOI: 10.1523/JNEUROSCI.3805-14.2015

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