HomeSaluteVirus e parassitiNuovo composto blocca la replicazione di Zika ed altri virus

Nuovo composto blocca la replicazione di Zika ed altri virus

Nelle cellule dei vertebrati si sono evoluti percorsi che agiscono come una difesa interna, inibendo le infezioni virali e impedendo la replicazione dei patogeni come Zika. I farmaci che attivano questi sistemi esistenti suggeriscono un nuovo approccio promettente per il trattamento di infezioni pericolose da Zika e altri virus, secondo i ricercatori del Vaccine and Gene Therapy Institute at Oregon Health and Science University (OHSU) a Portland.

Nel nuovo studio pubblicato questa settimana in mBio, gli scienziati dimostrano che un nuovo composto, che fa scattare il sistema antivirale innato di una cellula, inibisce la replicazione del virus Zika, Chikungunya e Dengue.

I recenti focolai di infezioni da Zika e Chikungunya hanno spinto i ricercatori a ricercare nuovi farmaci antivirali. Nessun trattamento efficace è disponibile per le tre infezioni e solo per le infezioni da dengue esiste un vaccino che viene concesso in licenza in alcuni paesi asiatici e del Sud America, dove la malattia è endemica.

I tre virus si diffondono attraverso le stesse specie di zanzare e sviluppano sintomi simili. Chikungunya è emerso nelle Americhe nelle isole dei Caraibi nel 2013 e da allora ha infettato più di un milione di persone nei cinque continenti. Zika è stato identificato 70 anni fa, ma nel 2015 l’ epidemia che ha avuto inizio in Brasile, si è diffusa in 50 paesi e secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, infetterà tre o quattro milioni di persone quest’anno. L’ infezione da Zika durante la gravidanza può causare gravi difetti alla nascita, tra cui microcefalia. Più di 350 milioni di persone sono state infettate dal virus Dengue ogni anno. Il virus è una delle principali cause di malattia e morte tra i bambini in alcuni paesi.

Il virologo Victor R. De Filippis, a OHSU, ha guidato la ricerca. I ricercatori ipotizzano che le risposte immunitarie cellulari innate possono essere farmacologicamente sfruttate per bloccare le infezioni come una sorta di immunoterapia antivirale.

( Vedi anche:Scoperto un potente anticorpo che neutralizza l’ infezione da Zika).

“Gli strumenti di cui abbiamo bisogno per combattere le infezioni da virus sono programmati nelle nostre cellule a seguito dell’evoluzione”, dice il ricercatore. “Penso che sia un’opportunità potenzialmente perduta per l’identificazione di un ampio spettro di strategie antivirali”.

Gli interferoni sono proteine secrete dalle cellule, note per indurre protezione contro un’ampia varietà di infezioni, comprese quelle virali. Nell’articolo, De Filippis ed i suoi colleghi dimostrano che una piccola molecola, che hanno chiamato AV-C, induce le  difese cellulari attivando il sistema dell’ interferone. In esperimenti di laboratorio, i ricercatori hanno trattato i fibroblasti umani con AV-C e, sei ore più tardi, infettato le cellule con uno dei tre virus. Il farmaco ha mantenuto la presenza virale sempre molto bassa. I ricercatori hanno concluso che AV-C stabilisce uno stato cellulare antagonista alla replica. La molecola ha anche innescato la secrezione di altre citochine pro-infiammatorie, suggerendo che essa può avere il potenziale di migliorare l’efficacia del vaccino.

I ricercatori hanno anche verificato se la molecola ha potenziali effetti terapeutici sulle cellule già infettate da Zika e Chikungunya. Per Zika, i risultati sono stati promettenti. AV-C ha bloccato la replicazione di Zika nelle cellule quando somministrato 16 ore dopo l’infezione. Per Chikungunya, tuttavia, la molecola non è riuscita a bloccare la replicazione quando somministrato solo due ore dopo l’infezione.

In seguito, i ricercatori hanno valutato l’utilità clinica del farmaco in modelli animali. I primi esperimenti sui topi suggeriscono che AV-C non inibisce la replica del virus in questi animali, ma De Filippis spera di testare il composto in altre specie, come i primati non umani.

Il farmaco è il primo di una famiglia di composti che vale la pena esplorare. Il team ha scoperto il farmaco utilizzato lo screening per esaminare 51.000 diversi composti che potrebbero innescare la risposta innata. Dopo aver ristretto la lista, il team ha identificato alcuni candidati promettenti tra cui AV-C che è stato uno dei primi ad essere valutato.

“Ci sono potenziali farmaci che vale la pena prendere in considerazione”, dice De Filippis. “Stiamo caratterizzando un certo numero di altri agenti che sono altrettanto promettenti e molti sono ancora più promettenti”.

Fonte: EurekAlert

 

Newsletter

Tutti i contenuti di medimagazine ogni giorno sulla tua mail

Articoli correlati

In primo piano