HomeSaluteVirus e parassitiArruolare il virus HIV per combattere il cancro

Arruolare il virus HIV per combattere il cancro

Il virus HIV può essere arruolato per migliorare la salute umana? Secondo un team del CNRS presso L’Architettura RNA e Reattività di Strasburgo, la risposta è sì. Sfruttando il meccanismo di replicazione dell’HIV, i ricercatori sono stati in grado di selezionare una proteina specifica mutante. Aggiunta ad una coltura di cellule tumorali, in combinazione con un farmaco antitumorale, questa proteina migliora l’efficacia del trattamento. Pubblicata sulla rivista PL0S Genetics il 23 Agosto 2012, questa scoperta potrebbe portare ad applicazioni terapeutiche a lungo termine,  nel trattamento del cancro e di altre patologie. Il virus dell’immunodeficienza  (HIV) che provoca l’AIDS, utilizza materiale delle cellule umane per moltiplicarsi, principalmente inserendo il suo materiale genetico nel genoma delle cellule degli ospiti. La caratteristica distintiva di HIV è che muta continuamente e genera di conseguenza più proteine mutanti, nel corso della sua moltiplicazione successiva. Questo fenomeno permette al virus di adattarsi ai ripetuti cambiamenti ambientali e resistere ai trattamenti antivirali sviluppati fino ad oggi. I ricercatori hanno avuto l’idea di utilizzare questa strategia per vincolare gli effetti del virus a scopo terapeutico, in particolare per il trattamento del cancro. Hanno prima alterato il genoma HIV  introducendo un gene umano che si trova in tutte le cellule: il gene per la chinasi deossicitidina( dCK), una proteina che attiva farmaci antitumorali. I ricercatori hanno poi cercato di produrre una forma più efficace di dCK per diversi anni. Attraverso la moltiplicazione di HIV, il team ha selezionato circa 80 proteine mutate e le ha testate su cellule tumorali, in presenza di un farmaco antitumorale. I risultati hanno permesso di identificare una variante di dCK che è più efficace  rispetto al wide type ( non mutata) proteina, e che induce la morte delle cellule tumorali in coltura. In combinazione con questa proteina, i farmaci antitumorali hanno mostrato efficacia identica a 1/300 della dose. La possibilità di ridurre le dosi di farmaci antitumorali potrebbe ovviare alla tossicità dei loro componenti, ridurre gli effetti collaterali e soprattutto migliorare la loro efficacia. Un vantaggio di questa tecnica sperimentale è che le proteine mutate sono state testate direttamente sulle cellule in coltura. Inoltre il mortale virus HIV, si possono trovare un gran numero di altre applicazioni terapeutiche.

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