HomeAlimentazione & BenessereAlimentazione edonica: perchè mangiamo troppi cibi grassi e zuccheri

Alimentazione edonica: perchè mangiamo troppi cibi grassi e zuccheri

Alimentazione edonica-Immagine Credit Public Domain.

I ricercatori hanno identificato nei topi, un insieme di neuroni che inducono l’alimentazione edonica, ossia il consumo eccessivo di cibi grassi o zuccherati anche quando non hanno fame. 

Il nuovo studio rivela che la regione del cervello chiama amigdala potrebbe essere responsabile dell’alimentazione edonica, eccesso di cibo, in particolare grassi e zuccheri, consumati anche in assenza di “fame”.

L’amigdala è responsabile di forti emozioni come la paura. I ricercatori hanno recentemente dimostrato che l’amigdala potrebbe anche essere la causa dell’eccesso di cibo. Il Professor Bo Li del Cold Spring Harbor Laboratory (CSHL) ha identificato una sezione di neuroni nell’amigdala che induce i topi a mangiare cibi grassi o zuccherati anche quando non hanno fame. Le terapie mirate a questi neuroni potrebbero portare a nuovi trattamenti per l’obesità con pochi effetti collaterali.

I topi, come la maggior parte degli esseri umani, amano i cibi ricchi di grassi e zuccheri. Invece di mangiare questi alimenti per sopravvivere, possono farlo per divertimento. Possono concedersi queste prelibatezze per piacere, piuttosto che per sopravvivere. I neuroni che Li e i suoi colleghi hanno studiato innescano questo comportamento, chiamato alimentazione edonica.

Li osserva: “Anche se si suppone che l’animale smetta di mangiare perché è già sazio, se quei neuroni sono ancora attivi, può comunque spingere quegli animali a mangiare di più”.

Goccioline lipidiche nel fegato di topo

Quando i neuroni studiati da Li sono stati inattivati, la strategia ha protetto i topi dall’aumento di peso a lungo termine. L’immagine a sinistra mostra goccioline lipidiche (rosse) nel fegato di un topo con quei neuroni spenti. Al contrario, l’immagine a destra mostra molte più goccioline lipidiche nei topi che non avevano i neuroni spenti. Credito: Bo Li Lab/CSHL/2022

Secondo Li, quasi nessuno riesce a gestire il peso a lungo termine durante il trattamento dell’obesità. I processi metabolici nel corpo spesso annullano qualsiasi progresso fatto. Le terapie possono migliorare le possibilità di successo del trattamento, ma molti farmaci hanno effetti collaterali indesiderati.

“I farmaci attualmente disponibili per aiutare la gestione del peso possono causare effetti collaterali significativi. Quindi, è necessario un approccio più mirato”, afferma Li. “Identificare i circuiti cerebrali che controllano l’alimentazione è importante per sviluppare migliori opzioni di trattamento per le persone che lottano per controllare il proprio peso”.

Quando il team ha spento i neuroni specifici, i topi non sono stati attratti dai cibi grassi e zuccherati che li avevano tentati prima. “Hanno semplicemente mangiato felicemente e sono rimasti in salute”, dice Li. “Non solo hanno smesso di ingrassare, ma sembravano anche essere molto più sani in generale”. Spegnere questi neuroni ha ridotto l’eccesso di cibo e protetto contro l’obesità. Ha anche potenziato l’attività fisica degli animali, portando alla perdita di peso e a una migliore salute metabolica.

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Li e il suo team stanno esplorando modi per manipolare i neuroni che innescano l’alimentazione edonica. “Il prossimo passo”, dice il ricercatore, “è mappare come questi neuroni rispondono a diversi tipi di cibo e vedere cosa li rende così sensibili”. Li spera che questa collaborazione porti a nuove strategie per efficaci terapie contro l’obesità.

Per questo studio, Li e il Professore Associato CSHL Stephen Shea hanno unito la loro esperienza in neuroscienze con l’esperienza del Professore CSHL Tobias Janowitz in metabolismo ed endocrinologia. Hanno anche collaborato con il Professore assistente CSHL Semir Beyaz, un esperto di ricerca sull’intestino e sulla nutrizione. Lo studio fa parte di un’iniziativa multidisciplinare in corso al CSHL per ricercare le connessioni tra il cervello e il corpo.

Fonte:Nature Neuroscience

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