HomeAlimentazione & BenessereA tavola con...microplastiche nel pesce

A tavola con…microplastiche nel pesce

Le microplastiche che inquinano il mare possono giungere quindi sulle nostre tavole. Un fenomeno preoccupante che è stato studiato dai ricercatori dell’Università del Queensland. Lo studio ha confermato l’esistenza di importanti quantitativi di microplastiche in sardine, ostriche, gamberi e granchi.
L’autore principale dello studio è Francisca Ribeiro.

Spiega la Dr.ssa Ribeiro: “Il più alto contenuto di microplastiche in relazione al peso del corpo è stato trovato nelle sardine, un livello così alto che siamo rimasti sorpresi. Abbiamo trovato anche importanti quantità di cloruro di polivinile nelle ostriche, l’unica tipologia di plastica rilevata in questi animali”.
Lo studio è stato pubblicato su Environmental Science & Technology.

La contaminazione microplastica dell’ambiente marino è diffusa, ma non è ancora noto il grado di contaminazione della rete alimentare marina. Gli obiettivi di questo studio erano di andare oltre le tecniche di identificazione visiva e sviluppare e applicare un semplice metodo di pulizia, estrazione e analisi quantitativa del campione di pesce utilizzando la spettrometria di massa gascromatografica di pirolisi per migliorare il rilevamento della contaminazione plastica.

 Questo metodo consente l’identificazione e la quantificazione di polistirolo, polietilene, polivinilcloruro, polipropilene e poli (metil metacrilato) nella porzione commestibile di cinque diversi organismi ittici: ostriche, gamberi, calamari, granchi e sardine. Il cloruro di polivinile è stato rilevato in tutti i campioni e il polietilene alla massima concentrazione totale compresa tra 0,04 e 2,4 mg g -1di tessuto. Le sardine contenevano la più alta concentrazione di massa plastica totale (0,3 mg g –1 di tessuto) e il calamaro la più bassa (0,04 mg g –1 di tessuto).

 I risultati dello studio mostrano che la concentrazione totale di plastica è altamente variabile tra le specie e che la concentrazione di microplastiche differisce tra gli organismi della stessa specie. Vengono discusse le fonti di esposizione alle microplastiche, come il confezionamento e la manipolazione con conseguente transfert e aderenza ai tessuti. Questo metodo è un importante sviluppo nella standardizzazione delle tecniche di quantificazione della plastica utilizzate nei frutti di mare.

Fonte:Environmental Science & Technology

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