Invecchiamento biologico: gli esosomi trasportano indicatori chiave

Invecchiamento biologico-immagine credit public domain.

Il 30 luglio 2025 è stato pubblicato un nuovo articolo di ricerca, apparso sulla copertina del volume 17, numero 8 di  Aging (Aging-US) , intitolato “Gli esosomi rilasciati dalle cellule senescenti e gli esosomi circolatori isolati dal plasma umano rivelano firme proteomiche e lipidiche associate all’invecchiamento“.

In questo studio, condotto dai primi autori Sandip Kumar Patel e Joanna Bons, insieme all’autrice corrispondente Birgit Schilling del Buck Institute for Research on Aging, i ricercatori hanno scoperto che gli esosomi, minuscole particelle rilasciate dalle cellule, trasportano firme molecolari che indicano sia l’invecchiamento biologico che la senescenza cellulare. Queste firme includono proteine, lipidi e microRNA associati all’infiammazione, allo stress ossidativo e al rimodellamento tissutale. I risultati potrebbero migliorare la nostra comprensione dell’invecchiamento biologico e contribuire allo sviluppo di future terapie anti-invecchiamento.

La senescenza è uno stato in cui le cellule smettono di dividersi ma rimangono metabolicamente attive. Queste cellule spesso rilasciano sostanze nocive, note collettivamente come fenotipo secretorio associato alla senescenza (SASP), che possono colpire i tessuti circostanti. Questo studio dimostra che gli esosomi sono una componente importante di questo profilo secretorio.

I ricercatori hanno analizzato gli esosomi di cellule polmonari umane senescenti e del plasma sanguigno di adulti giovani e anziani. Hanno identificato oltre 1.300 proteine ​​e 247 lipidi all’interno di queste particelle. Molte di queste molecole risultavano significativamente alterate con l’età.

“Parallelamente, una piccola coorte di plasma umano composta da individui giovani (20-26 anni) e anziani (65-74 anni) ha rivelato che 1.350 proteine ​​esosomiali e 171 proteine ​​esosomiali plasmatiche erano alterate negli individui anziani”.

Gli esosomi di individui anziani contenevano più proteine ​​correlate all’infiammazione e meno antiossidanti, mentre quelli di cellule senescenti mostravano alterazioni lipidiche associate all’integrità della membrana e allo stress cellulare. Queste alterazioni suggeriscono che gli esosomi possano svolgere un ruolo nella diffusione della senescenza alle cellule vicine, un processo noto come senescenza secondaria.

Lo studio ha anche identificato modelli distintivi nei microRNA – piccole molecole che regolano l’espressione genica – presenti nel sangue degli anziani. Alcuni di questi, tra cui miR-27a e miR-874, sono stati precedentemente associati al declino cognitivo e alle malattie croniche, evidenziando il loro potenziale come biomarcatori dell’invecchiamento biologico.

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Sebbene lo studio abbia coinvolto un numero limitato di campioni, fornisce solide prove iniziali del fatto che gli esosomi riflettono i cambiamenti molecolari associati all’invecchiamento. Mostrando come queste particelle trasportano e potenzialmente diffondono i segnali legati all’invecchiamento in tutto il corpo, la ricerca apre nuove possibilità per la diagnosi e il trattamento delle malattie legate all’età.

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