HomeSaluteBiotecnologie e GeneticaSequenziato genoma di raro mini-maialino cinese

Sequenziato genoma di raro mini-maialino cinese

E’ un raro maialino e il suo genoma completo e’ stato appena sequenziato da un team dell’Institute of Animal Science (IAS), della Chinese Academy of Agriculture Science (CAAS) e del BGI-Shenzhen. Si tratta del mini-maialino Wuzhishan appartenente a una delle 72 razze autoctone in Cina.
La nuova ricerca pubblicata sulla rivista GigaScience rivela il genoma completo del singolare animale che, comparato con i geni umani, ha permesso di sviluppare nuove conoscenze per l’ingegneria medica e l’industria farmacologica. I maiali sono economicamente importanti come fonte di cibo. La loro carne fornisce il 40 per cento di tutta quella consumata nel mondo.
Gli animali, dopo anni di evoluzione al fianco degli esseri umani, hanno messo a punto sistemi cardiaci e digestivi simili all’uomo e patologie identiche legate all’alimentazione come l’obesita’, le malattie cardiovascolari e le malattie immunologiche. Le loro somiglianze anatomiche e fisiologiche con gli esseri umani hanno indotto gli scienziati ad utilizzarli come cavie per sperimentare numerosi trattamenti per curare le malattie umane. Con l’obiettivo di comprendere la speciale relazione che intercorre tra il maiale e gli esseri umani, il team ha sequenziato ed analizzato il genoma del Wuzhishan. Il maialino si e’ accoppiato con i suoi consangunei per generazioni, cio’ significa che gli animali della popolazione sono geneticamente molto simili. Sorprendentemente per un maiale con oltre 20 generazioni di incroci, il livello di variazione polimorfica e’ risultato alto. Una variazione limitata ad una piccola percentuale del genoma: la maggior parte rilevava infatti un’omozigosi elevata. “Dai nostri studi risulta che le somiglianze fisiologiche con gli esseri umani sono state mantenute ad un livello genetico con un’omologia dell’ottantaquattro per cento tra le due specie. La maggior ‘affinita” genetica e’ stata rilevata in quei geni coinvolti nello sviluppo della malattia coronarica”. (AGI) .

 

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