Scoperta la proteina che permette all’alcol di distruggere il fegato

Alcol: questa micrografia mostra un organoide dell’intestino tenue, un modello in miniatura del tessuto intestinale di topo. Gli esperimenti su questi organoidi hanno aiutato i ricercatori dell’UC San Diego a svelare un nuovo meccanismo alla base dell’epatopatia alcolica. Crediti: UC San Diego Health Sciences

L’alcol silenzia una proteina intestinale fondamentale, consentendo ai batteri nocivi di invadere il fegato. Riattivare questo percorso potrebbe proteggere dalle malattie epatiche e offrire nuove speranze per il trattamento della dipendenza da alcol.

La malattia epatica associata all’alcol (ALD) sta diventando una delle principali cause di trapianto di fegato e una delle principali cause di morte per cause epatiche in tutto il mondo. Il bilancio delle vittime sta aumentando rapidamente. Solo negli Stati Uniti, l’ALD ha comportato costi annuali stimati di 31 miliardi di dollari nel 2022. Le proiezioni suggeriscono che entro il 2040 tali costi potrebbero salire a 66 miliardi di dollari . Poiché le attuali opzioni terapeutiche per l’ALD sono limitate, i ricercatori stanno cercando nuove strategie che si concentrino sui processi molecolari che guidano la malattia, con l’obiettivo di prevenirla o ridurne la progressione.

L’alcol interrompe una difesa intestinale fondamentale

I ricercatori della Facoltà di Medicina dell’Università della California, San Diego, hanno identificato come il consumo prolungato di alcol interferisca con un’importante proteina di segnalazione cellulare che aiuta a mantenere i batteri intestinali all’interno del tratto intestinale. Quando questo sistema protettivo si indebolisce, i batteri possono spostarsi più facilmente nel fegato, intensificando il danno causato dall’alcol. Il team suggerisce che colpire questo percorso biologico con farmaci già disponibili potrebbe contribuire a limitare il danno epatico associato al consumo eccessivo di alcol e a ridurre l’impatto complessivo dell’ALD.

Cosa hanno scoperto i ricercatori

Per esplorare questo meccanismo, gli scienziati hanno esaminato campioni di biopsia epatica umana insieme a modelli murini di ALD. I loro risultati hanno mostrato quanto segue:

  • L’uso cronico di alcol ha ridotto l’espressione del recettore muscarinico dell’acetilcolina M4 (mAChR4), una proteina chiave della comunicazione cellulare nell’intestino.
  • La ridotta espressione di mAChR4 ha ostacolato la formazione di passaggi antigenici associati alle cellule caliciformi (GAP), strutture specializzate che insegnano al sistema immunitario a promuovere l’immunità antimicrobica, impedendo così ai batteri nocivi di migrare verso il fegato.
  • Il ripristino della funzione di mAChR4, sia attivando chimicamente mAChR4 sia prendendo di mira i percorsi di segnalazione correlati, ha consentito la formazione di GAP e ha conferito resistenza all’ALD.

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Implicazioni più ampie per i disturbi correlati all’alcol

Sebbene la ricerca si sia concentrata sul mAChR4 nell’intestino, è noto che questa proteina di segnalazione influenza anche le aree del cervello coinvolte nella formazione delle abitudini, nell’apprendimento e nella dipendenza. Poiché gli individui con disturbo da uso di alcol (AUD) tendono ad avere un’espressione inferiore di mAChR4 in queste regioni cerebrali, i risultati potrebbero estendersi oltre la malattia epatica.

Farmaci che agiscono su mAChR4 sono già in fase di sperimentazione clinica per la schizofrenia e gli scienziati propongono che tali farmaci possano essere potenzialmente riutilizzati per il trattamento di ALD e AUD. Saranno necessari ulteriori studi per confermare la fattibilità di questo approccio.

Fonte: Nature 

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