HomeSaluteIntestino e stomacoNuova cura per la celiachia

Nuova cura per la celiachia

Una nuova molecola, la zonulina, che rende permeabile l’intestino al glutine, potrebbe essere una speranza per chi è affetto da celiachia. Lo studio, guidato dal Prof.Alessio Fasano, gastroenterologo e pediatra è stato presentato al 3° Congresso FIACI. il Prof. Fasano dirige da 15 anni il Centro di ricerche sulla celiachia e Biologia Mucosale dell’Università del Maryland a Baltimora. Da circa 4 anni è impegnato nella sperimentazione di una possibile  pillola anti celiachia che ad oggi, ha superato la fase II di sperimentazione clinica. L’apertura delle giunzioni serrate della mucosa intestinale, attraverso un meccanismo ancora sconosciuto, è uno degli eventi iniziali della patogenesi della malattia celiaca (MC), cui fanno seguito lesioni intestinali proprie della malattia. I ricercatori hanno identificato una nuova famiglia di proteine, le zonuline (ZO) che inducono lo smembramento delle giunzioni serrate intercellulari e ne potrebbero rappresentare i modulatori fisiologici. In pratica, in presenza di eccesso di zonulina,cresce la permeabilità delle cellule che rivestono l’intestino ai frammenti tossici del glutine non digerito presenti  nel sangue, dando l’avvio alla risposta immunitaria che provoca i sintomi della malattia celiaca. Una precedente ricerca condotta dal team del Prof:Fasano, pubblicata sulla rivista Proceedings of National Academy of Science, ha rivelato il vero ruolo della zonulina: inibirla può essere utile a bloccare i sintomi della celiachia, in caso di assunzione di glutine. La pillola anti celiachia, messa a punto dal team di ricercatori, ha dimostrato nella sperimentazione, di bloccare la zonulina e di ridurre dell’85% dei casi, i sintomi da assunzione di glutine in pazienti affetti da celiachia. Nei test recenti, il farmaco è stato utilizzato per tre volte al giorno prima dei pasti e la quantità di glutine assunta dai pazienti corrispondeva a circa un piatto di pasta. I risultati hanno dimostrato che il farmaco previene l’insorgenza di autoimmunità. E’ la prima volta che un farmaco agisce con un simile effetto su una malattia autoimmune.

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