Tumori

Neuroblastoma: inibitore enzimatico converte le cellule in neuroni sani

Neuroblastoma-Immagine credit Unsplash/CC0 Public Domain.

I ricercatori del Karolinska Institutet e dell’Università di Lund in Svezia hanno identificato una nuova strategia terapeutica per il neuroblastoma, una forma aggressiva di tumore infantile. Combinando due inibitori enzimatici antiossidanti, hanno convertito le cellule tumorali nei topi in cellule nervose sane.

Lo studio, “Targeting combinato di PRDX6 e GSTP1 come potenziale strategia di differenziazione per il trattamento del neuroblastoma “, è stato pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences.

Il neuroblastoma è un tipo di tumore infantile che colpisce il sistema nervoso ed è la principale causa di morte per cancro nei bambini piccoli. Alcuni pazienti hanno una buona prognosi, ma quelli con tumori metastatici spesso non possono essere curati nonostante le moderne combinazioni di chirurgia, radioterapia, chemioterapia e immunoterapia.

I bambini che sopravvivono spesso hanno difficoltà cognitive per tutta la vita a causa dei duri trattamenti, quindi c’è un grande bisogno di nuove forme di terapia per i bambini affetti da neuroblastoma”, afferma Marie Arsenian Henriksson, Professoressa presso il Dipartimento di microbiologia, tumori e biologia cellulare del Karolinska Institutet.

Trasformare le cellule cancerose

La terapia differenziativa è un metodo di trattamento utilizzato nel neuroblastoma che mira a trasformare le cellule tumorali in cellule più mature e sane. Il problema con l’attuale terapia differenziativa con acido retinoico è che molti pazienti non rispondono al trattamento e circa la metà sviluppa resistenza.

In collaborazione con i ricercatori dell’Università di Lund, il team di ricerca di Henriksson ha dimostrato che l’inibizione di due enzimi specifici, PRDX6 e GSTP1, potrebbe rappresentare un’alternativa al trattamento con acido retinoico.

Il neuroblastoma è caratterizzato da un elevato stress ossidativo dovuto al metabolismo attivo delle cellule tumorali. I tumori dipendono quindi da enzimi antiossidanti come PRDX6 e GSTP1 per gestire lo stress ed evitare la morte cellulare. Livelli elevati di questi enzimi sono associati a una prognosi peggiore.

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Quando inibiamo questi enzimi nelle colture cellulari e nei modelli murini, alcune cellule tumorali muoiono mentre altre maturano in neuroni attivi e sani, compromettendo la crescita del tumore“, afferma Judit Liaño-Pons, ricercatrice presso il Dipartimento di microbiologia, tumori e biologia cellulare del Karolinska Institutet.

Nella fase successiva, il trattamento dovrà essere testato in uno studio clinico per valutarne la sicurezza e l’efficacia nei bambini. Uno degli inibitori ha ricevuto la designazione di farmaco orfano dalla Food and Drug Administration statunitense per il trattamento di una diagnosi diversa negli adulti, il che lo rende un candidato farmacologico particolarmente promettente, secondo gli scienziati.

Fonte:  Medicalxpress

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