HomeSaluteTumoriLa perdita di peso può aiutare a prevenire il mieloma multiplo

La perdita di peso può aiutare a prevenire il mieloma multiplo

Una nuova ricerca dimostra che l‘eccesso di peso aumenta il rischio che una malattia del sangue benigna possa progredire in mieloma multiplo, un tumore del sangue.

Lo studio, condotto da un team della Washington University School of Medicine di St. Louis, è stato pubblicato il 18 novembre nel Journal of National Cancer Institute .

Essere in sovrappeso o obesi è una condizione nota per aumentare il rischio di mieloma multiplo, un tumore delle cellule plasmatiche del sangue e del midollo osseo che si sviluppa di solito, dopo i 60 anni. Il mieloma multiplo è preceduto da una malattia del sangue chiamata gammopatia monoclonale, una condizione non cancerosa, contrassegnata dall’accumulo, nel midollo osseo e nel sangue, di una proteina anomala nota come paraproteina (o proteina monoclonale o M proteina).
Dalle cause ancora incerte e molto spesso asintomatica, la gammopatia monoclonale può evolvere, in alcuni rari casi, in neoplasie maligne molto gravi, come il mieloma multiplo o il linfoma.
Questa condizione precancerosa non causa sintomi e spesso non è diagnosticata.

“I nostri risultati mostrano che l’obesità può essere considerata un fattore di rischio per lo sviluppo del mieloma multiplo”, ha detto il primo autore dello studio,  Su-Hsin Chang, Assistente Prof. di Chirurgia e Scienze della sanità pubblica alla Washington University. “Per i pazienti con diagnosi di MGUS, mantenere un peso sano può essere un modo per prevenire la progressione a mieloma multiplo”.

( Vedi anche:Risultati senza precedenti nel trattamento del mieloma multiplo).

I ricercatori hanno analizzato i dati di un database dell’ US Department of Veterans Affairs, identificando 7.878 pazienti, in prevalenza uomini, con diagnosi di MGUS, da ottobre 1999 a dicembre 2009.

Tra questi pazienti, il 39,8 per cento erano in sovrappeso e il 33,8 per cento erano obesi. I ricercatori hanno poi monitorato lo sviluppo del mieloma multiplo tra questi pazienti. Essi hanno scoperto che il 4,6 per cento dei pazienti in sovrappeso (seguiti per una media di 5,75 anni) e il 4,3 per cento dei pazienti obesi (seguiti per una media di 5,9 anni) hanno sviluppato il mieloma multiplo, rispetto al 3,5 per cento delle persone con un peso normale (seguiti per un periodo medio di 5,2 anni), una differenza che è statisticamente significativa.

I pazienti affetti da gommopatia monoclonale in sovrappeso e obesi avevano il 55 per cento e il 98 per cento rispettivamente più alto di rischio di progressione della condizione in mieloma multiplo, rispetto ai pazienti con MGUS normopeso.

“La diagnosi della gommopatia monoclonale avviene di solito per caso ed è resa possibile da test eseguiti per la diagnosi o la gestione di altre condizioni”, ha detto Chang.

Il mieloma multiplo è il terzo tipo più comune di cancro del sangue. Si stima che circa 30.330 nuovi casi di cancro saranno diagnosticati nel 2016 e 12.650 morti saranno attribuiti alla malattia, secondo l’American Cancer Society.

“Sulla base della nostra constatazione che essere in sovrappeso o obesi è un fattore di rischio per il mieloma multiplo nei pazienti con MGUS e dal momento che il peso extra è un fattore di rischio modificabile, ci auguriamo che i nostri risultati incoraggeranno strategie di intervento per prevenire la progressione della gommopatia monoclonale in mieloma multiplo, non appena viene diagnosticata”, ha detto Chang.

Studi futuri sono previsti da Chang e altri ricercatori della School of Medicine, tra cui gli autore principali Kenneth R. Carson, Assistente Prof. di Oncologia e Graham Colditz, esperto del cancro e Direttore associato di prevenzione e controllo al Siteman Cancer Center della Washington University School of Medicine e Barnes-Jewish Hospital.

“In futuro, vedremo se la perdita di peso è inversamente associata alla progressione del mieloma multiplo in pazienti MGUS o come la variazione di peso svolge un ruolo nella progressione della gommopatia monoclonale in mieloma multiplo”, ha consluso Chang.

Fonte: Washington University School of Medicine di St. Louis

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