HomeSaluteCervello e sistema nervosoUn farmaco anti-tumorale può trattare la malattia di Huntington

Un farmaco anti-tumorale può trattare la malattia di Huntington

Un farmaco già usato per trattare alcune forme di cancro può anche essere efficace per trattare la malattia di Huntington, secondo un nuovo studio pubblicato nell’ultimo numero di Science Translational Medicine.

Lo stesso studio aumenta anche la nostra comprensione di come questo farmaco, e altri farmaci come questo, possa offrire una speranza per altre malattie neurodegenerative come la malattia di Alzheimer, la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e il morbo di Parkinson.

( Vedui anche:Editing genetico CRISPR Cas9 inverte la malattia di Huntington in modello murino).

La malattia di Huntington è una malattia devastante, inevitabilmente fatale, senza farmaci che rallentano o arrestano la progressione della malattia. In questo studio, i topi con l’equivalente della malattia di Huntington, hanno riacquisito capacità motorie, recuperato dalla neurodegenerazione e sono vissuti più a lungo dopo essere stati trattati con Bexarotene. La stessa ricerca si basa su uno studio del 2016 che ha dimostrato che il farmaco KD3010 è un trattamento efficace per la malattia di Huntingto, sperimentato nei topi e nei neuroni dei pazienti umani.

L’autore senior dello studio, Al La Spada, ha riferito che i risultati dello studio sono eccitanti non solo perché questi farmaci hanno funzionato, ma per come hanno funzionato. “Non è solo la risposta dovuta a questi farmaci ad essere eccezionale, ma i percorsi meccanicistici che questi farmaci prendono di mira”, ha detto La Spada, Direttore del Duke Center for Neurodegeneration and Neurotherapeutics. ” Oltre alla malattia di Hiuntington, questi percorsi sono rilevanti per altre malattie neurodegenerative e potenzialmente per combattere anche il processo di invecchiamento”.

Bexarotene e  KD3010 funzionano attivando PPARδ, un fattore di trascrizione che mantiene i neuroni funzionali in due modi: mantenendo i mitocondri sani e attivi e aiutando i neuroni a rimuovere le proteine ​​disfunzionali. I topi e gli umani con la malattia di Huntington hanno problemi nell’attivare PPARδ. Quando La Spada e colleghi hanno curato i topi di Huntington con bexarotene o KD3010, hanno osservato un miglioramento della salute mitocondriale nei neuroni, così come una maggiore rimozione di proteine ​​dannose.

Gli stessi fattori della compromissione della funzione mitocondriale e del misfolding della proteina sono riconosciuti sempre più importanti in malattie come il morbo di Alzheimer, il morbo di Parkinson e la SLA.

Ulteriori ricerche devono determinare come utilizzare questi farmaci in pazienti umani. Il bexarotene può avere effetti collaterali a dosaggi elevati e non si conoscono dosi ottimali, mentre il KD3010 è stato testato solo in soggetti umani per il diabete di tipo II.

Invece, le future terapie per la malattia di Huntington e altre condizioni neurodegenerative, possono prendere spunto dai trattamenti per l’HIV per lo sviluppo di un approccio combinato di farmaci. L’autore principale dello studio, Audrey Dickey, ha scoperto che, presi insieme, il Bexarotene e il KD3010 hanno prodotto risultati migliori nelle cellule anche se somministrati a dosi più basse.

“Con questo approccio, potremmo minimizzare gli effetti collaterali con dosi più basse di ogni composto, poichè insieme questi trattamenti forniscono un effetto maggiore rispetto a uno solo”, ha detto Dickey. “Stiamo portando avanti ulteriori ricerche sui meccanismi alla base della neuroprotezione e applicando questa ricerca ad altre malattie con problemi simili di disfunzione mitocondriale e controllo della qualità delle proteine, come il morbo di Parkinson, il morbo di Alzheimer e la SLA”.

Fonte: Science

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