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Dai ricercatori della UCLA una possibile cura per la malattia rara Iperossaluria primaria di Tipo I (PH1)

Un grande successo della ricerca!!! La scoperta fatta da un gruppo di biochimici della UCLA può portare a un nuovo trattamento – o addirittura una cura- per la malattia rara Iperossaluria primaria di Tipo I (PH1) che si manifesta con la deposizione di cristalli di ossalato di calcio nei reni e nel tratto urinario ed in seguito in tutto il corpo. Si tratta di una malattia renale genetica rara e potenzialmente mortale che affligge i bambini. 

La condizione è causata da un enzima epatico chiamato alanina: gliossilato aminotransferasi (AGT), che detossifica il gliossilato convertendolo in glicina.

A tutt’oggi, le uniche due possibilità di cura per la  Iperossaluria primaria di Tipo I (PH1), sono la terapia con piridossina, efficace solo nel 10-30% dei pazienti e il trapianto di fegato. 

I risultati di questa ricerca possono anche fornire importanti informazioni per il trattamento della malattia di Parkinson, morbo di Alzheimer e altre malattie degenerative.

Guidati da Carla Koehler, un professore di chimica e biochimica del Collegio UCLA, i ricercatori hanno identificato un composto chiamato cloruro dequalinium, o DECA, che può impedire a un enzima epatico chiamato alanina: gliossilato aminotransferasi (AGT), che detossifica il gliossilato convertendolo in glicina, di posizionarsi in modo errato all’interno di una cellula.

Garantire che l’enzima sia situato nel posto giusto nella cellula, impedisce lo sviluppo della condizione, secondo il nuovo studio.

I risultati della ricerca sono stati pubblicati on-line negli Atti della National Academy of Science.

Negli esseri umani, AGT dovrebbe trovarsi in un organello all’interno della cellula chiamato perossisoma.

Il perossisoma è un organello cellulare vescicolare di circa 0,5-1 μm di diametro, ubiquitario negli eucarioti (ad eccezione degli eritrociti), separato dal citoplasma da una membrana che contiene almeno 50 enzimi ossidativi. In generale i perossisomi sono considerati comparti metabolici specializzati, contenenti enzimi in grado di trasferire idrogeno da diverse sostanze e legarlo all’ossigeno per la formazione di perossido di idrogeno (H2O2).

Nelle persone con una particolare mutazione genetica, l’enzima AGT viene erroneamente posizionato nei mitocondri anzichè nel perissosoma, provocando lo sviluppo della Iperossaluria primaria di Tipo I (PH1) .

La squadra di Koehler ha dimostrato che l’aggiunta di piccole quantità del composto DECA, che è già stato approvato dalla FDA, alle cellule coltivate in una capsula di Petri, impedisce ad AGT di andare nei mitocondri e lo invia a destinazione corretta, ossia nei perossisomi.

“In molte mutazioni che causano malattie, l’enzima non funziona”, ha detto Koehler.” In PH1 l’enzima funziona, ma va nella parte sbagliata della cellula”.

Koehler, che è anche un membro del comitato di consulenza scientifica e medica della United Mitochondrial Disease Foundation, spera di scoprire se una simile strategia, ossia “l’indirizzo corretto”, può anche rallentare il cancro. Il suo laboratorio ha identificato circa 100 altre piccole molecole, chiamate  MitoBloCKs, che lei ed i suoi colleghi stanno testando per il trattamento del Parkinson, l’Alzheimer e altre malattie.

“E’ eccitante pensare che i nostri studi su un lievito, un modello tipico di laboratorio, potranno aiutare i bambini con una malattia così complessa come PH1, una malattia renale genetica rara e potenzialmente mortale che affligge i bambini”, ha concluso Koehler.

 Fonte

  1. N. Miyata, J. Steffen, M. E. Johnson, S. Fargue, C. J. Danpure, C. M. Koehler.Pharmacologic rescue of an enzyme-trafficking defect in primary hyperoxaluria 1Proceedings of the National Academy of Sciences, 2014; DOI:10.1073/pnas.1408401111

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