La colchicina potrebbe ridurre il rischio di infarto e ictus

La colchicina è un farmaco antinfiammatorio tradizionalmente utilizzato per trattare la gotta, derivato dalla pianta di croco autunnale Colchicum autumnale. Agisce interrompendo la formazione di microtubuli all’interno delle cellule immunitarie, riducendone la capacità di migrare, rilasciare segnali infiammatori e amplificare l’infiammazione tissutale. Credito: Shutterstock

Secondo una nuova importante revisione, un comune farmaco contro la gotta, la colchicina,  potrebbe inaspettatamente ridurre il rischio di infarti e ictus.

Secondo una nuova revisione Cochrane, un farmaco comunemente usato e conveniente per la gotta potrebbe aiutare a ridurre il rischio di infarti e ictus nelle persone affette da malattie cardiovascolari.

In questa analisi, i ricercatori hanno valutato l’impatto della colchicina a basso dosaggio, un trattamento di lunga data contro la gotta e non hanno trovato prove di un aumento degli effetti avversi gravi.

L’infiammazione cronica di basso livello gioca un ruolo importante nelle malattie cardiache e spesso contribuisce a ripetuti eventi cardiovascolari, tra cui infarti e ictus. Poiché la colchicina agisce riducendo l’attività infiammatoria, gli scienziati ne stanno esplorando i potenziali benefici per le persone che convivono già con patologie cardiache.

Un effetto promettente sul rischio cardiovascolare

La revisione ha valutato 12 studi clinici randomizzati controllati che hanno seguito quasi 23.000 partecipanti con una storia di cardiopatia, infarto o ictus. Tutti gli studi hanno coinvolto pazienti che hanno assunto colchicina per almeno sei mesi a dosi di 0,5 mg una o due volte al giorno. Circa l’80% dei partecipanti era di sesso maschile, con un’età compresa tra 57 e 74 anni. Metà del gruppo ha ricevuto colchicina, mentre i restanti partecipanti hanno ricevuto un placebo o hanno continuato la terapia standard senza ulteriori trattamenti.

Nel complesso, i pazienti che assumevano colchicina a basso dosaggio avevano meno probabilità di avere un infarto o un ictus. Per ogni 1.000 persone trattate, si sono verificati 9 infarti e 8 ictus in meno rispetto a coloro che non assumevano il farmaco. Sebbene non siano stati identificati eventi avversi gravi, i pazienti che assumevano colchicina avevano maggiori probabilità di manifestare effetti collaterali a livello gastrico o digestivo, ma questi erano generalmente lievi e di breve durata.

Su 200 persone con malattie cardiovascolari – dove normalmente ci si aspetterebbe circa sette infarti e quattro ictus – l’uso di colchicina a basso dosaggio potrebbe prevenirne circa due per ciascun evento“, afferma il Dott. Ramin Ebrahimi, coautore principale dell’Università di Medicina di Greifswald, in Germania. “Riduzioni come questa possono fare davvero la differenza per i pazienti che convivono con un rischio cardiovascolare persistente e permanente”.

Un nuovo utilizzo per un farmaco di lunga data

Poiché le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte a livello mondiale, la colchicina rappresenta un’opzione promettente, economica e accessibile per la prevenzione secondaria nei pazienti ad alto rischio.

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Questi risultati provengono da studi clinici finanziati con fondi pubblici che ripropongono un farmaco molto vecchio e a basso costo per un uso completamente nuovo“, afferma Lars Hemkens, autore senior dell’Università di Berna, in Svizzera. “Dimostrano il potere della ricerca accademica di rivelare opportunità di trattamento che lo sviluppo farmacologico tradizionale spesso trascura”.

Le prove sono meno chiare quando si tratta di stabilire se la colchicina influenzi i tassi di mortalità complessivi o la necessità di procedure come la rivascolarizzazione coronarica. Gli studi non hanno fornito informazioni per stabilire se il farmaco migliori la qualità della vita o riduca i tempi di degenza ospedaliera. Gli autori sottolineano la necessità di ulteriori ricerche in questi ambiti.

Riferimento: Cochrane Database of Systematic Reviews

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