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Svolta nella comprensione del disturbo bipolare

Il disturbo bipolare è una malattia mentale spesso debilitante che colpisce decine di milioni di persone in tutto il mondo. Secondo una nuova ricerca, la malattia potrebbe essere causata dal deficit di una proteina. La scoperta, potrebbe portare a future nuove opzioni di trattamento.

Il disturbo bipolare, noto anche come disturbo maniaco-depressivo, colpisce circa 60 milioni di persone persone in tutto il mondo e la stragrande maggioranza di questi casi sono considerati gravi.

Le persone che vivono con disturbo bipolare sono soggette a cambiamenti drastici di umore che interferiscono con le loro attività quotidiane.

( Vedi anche:Individuate proteine marker per la diagnosi del disturbo bipolare).

Le cause della malattia restano sconosciute. La ricerca precedente ha cercato nelle variazioni genetiche la possibile chiave dello sviluppo della malattia. Ad esempio, il gene che codifica per la proteina fosfolipasi Cγ1, un enzima chiave nell’attivazione dei linfociti T, è stato collegato al disturbo bipolare sebbene l’esatto meccanismo non è ancora noto.

Ora, una nuova ricerca condotta presso l’ Ulsan National Institute of Science and Technology (UNIST) ad Ulsan in Sud Corea, ha testato il ruolo della fosfolipasi Cγ1 (PLCγ1) nei topi ed ha spiegato il nesso di causalità tra la proteina e la malattia.

Lo studio è stato pubblicato dalla dalla rivista Molecular Psychiatry .

La carenza di PLCγ1 nei topi provoca il disturbo bipolare

I ricercatori, guidati da Pann-Ghill Suh, Prof. di scienze all’ UNIST, ha geneticamente progettato i  topi per sviluppare una carenza di PLCγ1 nel prosencefalo e osservato cosa accadeva alle sinapsi, le estremità dei neuroni che facilitano la segnalazione elettrica tra due cellule cerebrali.

Gli scienziati hanno notato una compromissione nella trasmissione inibitoria e nella plasticità sinaptica, cioè nella capacità delle sinapsi di cambiare la loro forma, la funzione o la forza, nel corso del tempo.

Il fattore neurotrofico del cervello (BDNF) è una proteina che regola diverse funzioni sinaptiche, tra cui l’attività di PLCγ1. BDNF è fondamentale nella formazione delle sinapsi e in questo studio, i deficit BDNF hanno portato ad uno squilibrio tra la trasmissione eccitatoria e la trasmissione inibitoria tra le sinapsi delle cellule cerebrali.

Il risultato, come notato da Suh e dal suo team, è che i topi privati di PLCγ1 hanno sviluppato sintomi simili al disturbo bipolare, tra cui iperattività, ansia, anormalmente elevati sentimenti di piacere, fame eccessiva, compromissione dell’apprendimento e della memoria, come così come eccessiva paura.

Per riassumere, sembra esserci una reazione neurochimica a catena che porta alla malattia. Le sinapsi che non hanno abbastanza PLCγ1 non sono in grado di svolgere la loro funzione inibitoria correttamente nei neuroni eccitatori perché BDNF non funziona correttamente. Questo provoca una sproporzione tra sinapsi eccitatorie e inibitorie che alla fine porta a sintomi bipolari.

Il Prof. Suh spiega i risultati:

“Nel cervello, sinapsi eccitatorie e sinapsi inibitorie lavorano insieme per una equilibrata e corretta neurotrasmissione. Il nostro studio ha dimostrato che lo squilibrio tra questi due processi è una delle principali cause di vari disturbi neuropsichiatrici e della[…] disfunzione osservata nell’ ippocampo dei pazienti con disturbo bipolare”.

Precedentemente, i ricercatori avevano ipotizzato che il gene PLCγ1 poteva svolgere un ruolo nello sviluppo del disturbo bipolare, ma non era chiaro esattamente come PLCγ1 influenza la segnalazione interneuronale e come causa la malattia.

“Dopo 10 anni di ricerca, abbiamo finalmente svelato che le proteine PLCγ1 svolgono un ruolo importante nell’insorgenza del disturbo bipolare”, aggiunge Suh. “I nostri risultati, quindi, forniscono la prova che PLCγ1 è fondamentale per la funzione e la plasticità sinaptica e che la perdita di PLCγ1 nel prosencefalo porta al comportamento maniacale”.

Questa scoperta rappresenta una svolta importante in grado di influenzare la ricerca sul trattamento del disturbo bipolare e dei suoi sintomi.

Fonte: Nature

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