HomeSaluteSi può ritardare l'invecchiamento eliminando le cellule senescenti ?

Si può ritardare l’invecchiamento eliminando le cellule senescenti ?

E’ un momento eccitante per un topo anziano!  I ricercatori ritengono che, eliminando le cellule senescenti che si accumulano naturalmente con l’età, i roditori anziani possono veder ricrescere i loro peli, correre più velocemente e migliorare la funzione degli organi.

“La senescenza cellulare è uno stato in cui la cellula non è più in grado di proliferare ed è caratterizzata da una perdita della funzione fisiologica, da una resistenza all’apoptosi (la cellula senescente va in apoptosi con un ritmo inferiore) e da varie modifiche cellulari come l’aumento del volume citoplasmatico e la presenza di doppi nuclei in alcuni tipi di cellule. La senescenza è una possibile risposta della cellula, al posto dell’apoptosi, ad eventi che alterano il DNA.”

“Questa strategia può portarci a un passo dalla “fontana della giovinezza”, ma è importante essere prudenti”, spiega il ricercatore Peter Keizer della Erasmus University Medical Center in Olanda. In un editoriale pubbblicato il 29 dicembre in Trends in Molecule Medicine, il ricercatore affronta tutte le tappe nel campo dell’invecchiamento che si devono ancora percorrere prima dell’ applicazione della nuova strategia agli esseri umani.

( Vedi anche:Invecchiamento: identificata mutazione genetica che può combattere le malattie legate all’età).

La rimozione delle cellule senescenti, scoperte nel 1960, ha ricevuto un rinnovato interesse nei 2010 come opzione terapeutica per combattere alcuni aspetti dell’invecchiamento. I ricercatori hanno notato che queste cellule si accumulano nei tessuti maturi e che alcune di esse secernono fattori che sono dannosi per la funzione del tessuto e mettono in pericolo le cellule vicine. Per spiegare cosa provoca tutto questo nel sistema, Keizer ha proposto un “modello di blocco della senescenza alla radice” poichè la secrezione cronica di fattori pro-infiammatori da queste cellule senescenti mantiene le cellule vicine in uno stato permanente di staminali e impedisce in tal modo il corretto rinnovamento del tessuto.

“Quando si porta una macchina difettosa a riparare non è sufficiente rimuovere la ruggine e le parti rotte, ma bisogna anche sostituire i pezzi che non fuzionano”, dice de Keizer.  “Una terapia perfetta anti-senescenza richiede non solo di eliminare le cellule senescenti, ma anche il ringiovanimento dei tessuti, stimolando la differenziazione delle cellule staminali nelle vicinanze. Questa strategia può essere complementare ad esempio, agli approcci eccitanti recentemente realizzati nel campo della espressione di fattori di cellule staminali in uno stato transitorio( cellule , 10.1016 / j.cell.2016.11.052)”.

C’è ancora molta ricerca di base da fare prima che gli esseri umani possano accedere a questa strategia di ringiovanimento.

E’ necessario identificare i potenziali problemi di sicurezza o gli “effetti fuori -bersaglio” che sono attualmente poco studiati nei roditori e che è una parte importante della sperimentazione. (Le cellule senescenti hanno un ruolo temporaneo nella guarigione delle ferite e per questo non possono essere eliminate qiando vi sono delle ferite e nè possono essere eliminate in un punto sbagliato).

Il De Keizer individua tre pietre miliari necessarie per la traduzione realistica di un approccio anti-senescenza:

1: prova di concetto
Diversi studi hanno cercato di capire se la senescenza è una causa di invecchiamento e se l’eliminazione delle cellule senescenti impedisce il  processo di invechiamento. (I topi naturalmente invecchiati sono vissuti il 25% in più dopo l’eliminazione delle cellule senescenti che è la prova che l ‘approccio è possibile).

  • Terapia sicura
    farmaci anti-senescenza sono già in fase di test, ma nessuno può ancora essere considerato sicuro perché colipiscono anche i percorsi espressi dalle cellule non senescenti.
  • Inversione dell’ invecchiamento
    Infine sarà necessario identificare se la clearance della senescenza può anche essere applicata retroattivamente per contrastare le caratteristiche di invecchiamento naturale che si sono già manifestate. Anche se l’invecchiamento sembra essere bloccato tramite composti terapeutici, non è chiaro se le malattie legate all’età possono essere completamente scoraggiate.

“Anche se abbiamo una brillante trattamento anti-senescenza, poi cosa succede?” dice De Keizer. “Come possiamo prendere due piccioni con una fava ossia l’anti-senescenza e il ringiovanimento dei tessuti?.  Vorrei inoltre consigliare cautela prima di rivendicare troppo presto i benefici della lista in rapida crescita dei composti terapeutici antinvecchiamento recentemente scoperti…”.

I ricercatori hanno ancora bisogno di capire quando tali trattamenti dovrebbero essere somministrati (ad esempio prima o dopo l’insorgenza di determinate condizioni) e chi ne potrebbe trarre maggiore beneficio. Il potenziale elevato costo di una terapia anti-invecchiamento, potrebbero inoltre, essere un fattore limitanti per la sua diffusione nel mercato.

Il Dr.De Keizer, che prevede di co-fondare una start-up basata sulla scoperta di composti anti-senescenza dal suo laboratorio, si augura che i peptidi  in grado di bloccare le attività specifiche di queste “cellule in pensione” possano essere il percorso futuro per la lotta all’invecchiamento.

Fonte: Cell

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