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Gli effetti indesiderati degli antibiotici sono più complessi e ampi di quanto noto

I ricercatori della Oregon State University hanno scoperto che gli antibiotici hanno un impatto sui microrganismi che vivono nell’intestino di un animale che è più ampio e complesso di quanto precedentemente conosciuto.

I risultati di questo studio aiutano a spiegare meglio alcuni dei danni provocati dagli antibiotici e preparare il terreno per studiare nuovi modi per limitare questi danni.

La ricerca, sostenuta dalla Oregon State University, dalla Fondazione Medical Research di Oregon e dal National Institutes of Health, è stata pubblicata on line sulla rivista Gut.

I ricercatori hanno notato da tempo che gli antibiotici possono avere effetti collaterali sulla microflora naturale e benefica  dl sistema gastrointestinale. Il nuovo studio contribuisce a spiegare in modo molto dettagliato, le cause di questi effetti negativi degli antibiotici e suggerisce che l’uso a lungo termine di questi farmaci può avere effetti ancora più devastanti.

Gli scienziati sospettano che l’uso degli antibiotici ed in particolare l’uso eccessivo, può avere effetti indesiderati su tutto il nostro organismo, dal sistema immunitario, al metabolismo del glucosio, all’assorbimento degli alimenti, all’obesità, stress e comportamento.

Anche se un uso corretto degli antibiotici può aiutare a trattare le infezioni batteriche potenzialmente letali, oltre il 10% delle persone che li utilizzano possono soffrire di effetti collaterali negativi.

” Solo negli ultimi 10 anni si è aperto un universo completamente nuovo sugli effetti negativi di vasta portata causati dall’uso degli antibiotici e che ora stiamo esplorando”, ha detto Andrey Morgun,assistente professore presso l’ OSU College of Pharmacy.

Questa ricerca ha utilizzato un ” cocktail” di quattro antibiotici spesso somministrati agli animali da laboratorio, per studiare il loro impatto sulla salute degli animali.

” Prima di questa ricerca, si credeva che gli antibiotici impoverivano solamente il microbiota e diverse funzioni immunitarie che si svolgono nell’intestino”, ha detto Morgun. ” In realtà questo è solo un terzo del quadro completo. Gli antibiotici distruggono l’iepitelio intestinale che è il sito dell’assorbimento dei nutrienti, parte del nostro sistema immunitario ed ha altre funzioni biologiche che svolgono un ruolo importante nella nostra salute”.

La ricerca ha inoltre scoperto che gli antibiotici ed i microbi resistenti agli antibiotici, causano cambiamenti significativi nella funzione mitocondriale, che a sua volta può portare alla morte di più cellule epiteliali. ” Gli antibiotici hanno un impatto speciale sui mitorcondri delle cellule che è interessante approfondire”, ha spiegato Morgun, co-leader di questa ricerca con Andrey Morgun, assistente Professore del the OSU College of Pharmacy.

I mitocondri hanno un ruolo importante nella segnalazione e crescita cellulare, nella  produzione di energia e sono necessari per la salute del nostro corpo. Il rapporto tra mitocondri e antibiotici, può portarci indietro nel tempo.

” Nell’evoluzione, i mitocondri discendono dai batteri che erano alcune delle prime forme di vita e batteri diversi erano in concorrenza tra loro per la sopravvivenza. Il fatto che gli antibiotici attaccano selettivamente la parte della cellula che più si avicina ai batteri, può essere un ritorno a quel senso radicato della concorrenza e della stessa evoluzione della vita”, ipotizzano i ricercatri.

Morgun e Schulzhenko hanno anche scoperto che uno dei geni colpiti dal trattamento antibiotico è fondamentale per la comunicazione tra l’ospite ed il microbo.

” Quando il sistema di comunicazione tra l’ospite ed il microbo viene squilibrato, si sviluppa una catena di problemi apparentemente non correlati”, ha detto Morgun.

La disfunzione dell’apparato digerente è in testa alla lista degli effetti collegati all’uso di antibiotici, come diarrea e colite ulcerosa.

La nuova ricerca ha trovato anche un collegamento tra assunzione di antibiotici e obesità, assorbimento degli alimenti, depressione, funzione immunitaria, sepsi, allergie e asma.

Inoltre, i ricercatori hanno sviluppato anche un nuovo approccio bioinformatico chiamato “transkingdom network interrogation” per lo studio del microbiota, che potrebbe contribuire ulteriormente ad accelerare lo studio della interazione microbiota ospitanti ed impatto antibiotico.

Questo potrebbe portare alla individuazione di nuovi probiotici che aiutano a compensare gli effetti degli antibiotici e plausibilmente portare a sistemi per diagnosticare il microbiota di una persona, identificare le carenze per poi affrontarle in modo preciso ed individuale.

” Un microbiota sano può anche essere un modo per affrontare i crescenti problemi di resistenza agli antibiotici. Invece di cercare di uccidere i batteri “cattivi” che causano una malattia, un sano e funzionante microbiota è in grado di far soccombere i microbi indesiderati e migliorare la funzione immunitaria”, ha concluso Morgun.

Fonte http://oregonstate.edu/ua/ncs/archives/2015/feb/unwanted-impact-antibiotics-broader-more-complex-previously-known

 

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