HomeSaluteFegatoCurare l'epatite C con 6 settimane di trattamento è possibile

Curare l’epatite C con 6 settimane di trattamento è possibile

 La diagnosi precoce di infezione da HCV è rara e la malattia può passare inosservata fino a quando i pazienti hanno già sviluppato gravi danni al fegato. SOFOSBUVIR e Ledipasvir è una possibile terapia per il trattamento di pazienti affetti da HCV cronica:la risposta virologica sostenuta (SVR) è superiore al 95%.

“Dato l’alto costo di SOFOSBUVIR e Ledipasvir e gli effetti collaterali associati che si verificano durante il trattamento, abbiamo deciso di valutare se ridurre la durata del trattamento poteva essere un’opzione efficace per i pazienti con epatite C acuta”, ha detto Katja Deterding della Hannover Medical School in Germania e autore dello studio.

“La nostra ricerca dimostra che non solo la combinazione di SOFOSBUVIR e Ledipasvir è sicura, ben tollerata ed efficace nel genotipo HCV acuta e in pazienti affetti da gravi malattie del fegato con enzimi molto elevati nel fegato, ma una durata di trattamento più breve non sembra ostacolarne l’efficacia” ha confermato il Professor Heiner Wedemeyer, autore senior di questo studio.

Lo studio pilota ha incluso 20 pazienti. I fattori di rischio di infezione da HCV tra i partecipanti, includono: trasmissione per via sessuale (n = 11 pazienti), procedure mediche / lesioni da punture con aghi  (n = 5), uso di droghe (n = 1), trattamento delle unghie (n = 1). Le cause non erano specificate per i restanti due pazienti.

Tutti i 20 pazienti hanno completato sei settimane di trattamento con SOFOSBUVIR e Ledipasvir senza Ribavirina. Alla 12 settimana di follow-up, tutti i 20 pazienti avevano HCV non rilevabile e hano raggiunto la risposta virologica sostenuta SVR (100%). La fatica è l’effetto collaterale più frequente riportato dai partecipanti allo studio (30%).

“Questi risultati entusiasmanti aprono nuove opzioni brevi e convenienti di trattamento che potrebbero impedire la diffusione di HCV in popolazioni ad alto rischio”, ha detto il Professor Frank Tacke, membro del consiglio di amministrazione EASL. “Non vediamo l’ora di estendere questo studio pilota in modo che i risultati possano essere convalidati per poi utilizzarli come strumento per cambiare la pratica clinica in meglio”.

Fonte:Eurekalert

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